Per postura si intende comunemente la configurazione in cui vengono mantenuti i diversi segmenti del corpo durante una determinata attività, statica o dinamica. Avere una postura “sbilanciata” significa imporre un’eccessiva sollecitazione meccanica sulle strutture della colonna vertebrale (ossa, dischi, articolazioni, legamenti)[1] o esigere un eccesso di richiesta funzionale da parte della muscolatura[2]: entrambe queste situazioni possono essere responsabili nell’immediato di sintomatologia algica o di limitazioni temporanee delle potenzialità motorie, e a lungo andare dell’insorgere di patologie degenerative e di perdita stabile della funzionalità motoria.
Non c’è dubbio determinate attività, ad esempio quelle lavorative[3], o nel caso dei bambini il trasporto dello zaino scolastico[4], come anche determinate condizioni fisiologiche, ad esempio l’invecchiamento[5], possano esporre ad un potenziale sovraccarico, tuttavia una postura appropriata rappresenta anche in questi casi un fattore di protezione, ed una scorretta un ulteriore fattore di rischio.
COME CONTROLLARLA?
Il primo passo per comprendere se la propria postura è appropriata è l’esecuzione di uno screening posturale. Lo screening non consiste nella semplice esecuzione di un esame posturale, ma in un insieme di procedure necessarie a dare risposta a 3 domande:
- la mia postura è bilanciata?
- la mia postura può essere responsabile dei sintomi o dei deficit motori che mi colpiscono stabilmente o occasionalmente?
- la mia postura può predispormi all’insorgenza di dolori, malattie o perdita di funzionalità motoria?
Per poter rispondere a queste domande, lo screening dovrà essere basato su misurazioni oggettive e ripetibili, e formulato sulla base di processi di clinical & biomechanical reasoning, in grado di mettere in correlazione le multiple variabili coinvolte nella postura ed i loro rapporti con gli aspetti clinici: diversamente da un esame di diagnostica per immagini, in cui siamo abituati a ricercare la patologia la causa del dolore nel distretto corporeo in cui questo è localizzato, in una valutazione funzionale della postura il ragionamento è necessariamente più complesso e deve essere basato su informazioni globali[6].
PERCHÉ CONTROLLARLA?
La finalità dello screening posturale è quindi quella di rendere la persona che vi si sottopone consapevole dei propri vizi posturali e del loro impatto – attuale o potenziale – sul proprio benessere, aprendo la strada alla presa in carico del problema diagnostico e terapeutico.
INDIVIDUARE LE “CAUSE” DI UNA POSTURA SCORRETTA
Il passo successivo consiste infatti nell’individuare le cause primarie (ad esempio, anomalie dell’occlusione, della deglutizione, dell’oculomotricità, della morfologia scheletrica) delle alterazioni posturali, distinguendole così dalle conseguenze secondarie (ad esempio, gli stati di tensione o retrazione muscolare). Questo passaggio risulta fondamentale per la programmazione di un interevento terapeutico finalizzato al pieno e stabile recupero del benessere (correzione della causa ® correzione delle conseguenze secondarie ® correzione della postura ® eliminazione e/o prevenzione delle manifestazioni algiche, patologiche e della perdita di funzione).
E POI?

È semplice comprendere quindi come il punto-chiave di un approccio vincente ai problemi muscolo-scheletrici di origine posturale sia quello arrivare a formulare soluzioni (siano esse un esercizio, un plantare, un bite, un occhiale, una postazione ergonomica …) specifici per la condizione clinica e posturale e del paziente[7],[8]. In modo del tutto analogo, il punto-chiave di un approccio preventivo dovrà essere basato sulla correzione stabile delle anomalie posturali note come predisponenti a specifiche condizioni cliniche, tanto nell’età evolutiva quanto nell’età adulta[9],[10],[11].
[1] Evcik D, Yücel A. Lumbar lordosis in acute and chronic low back pain patients. Rheumatol Int. 2003 Jul;23(4):163-5[2] Books GJ, Klemm K. A unique approach to preventing back pain in the dental office. Work. 2012;42(2):299-306[3] Coenen P, Kingma I, Boot CR, Twisk JW, Bongers PM, van Dieën JH. Cumulative Low Back Load at Work as a Risk Factor of Low Back Pain: A Prospective Cohort Study. J Occup Rehabil. 2012 Jun 21[4] Kistner F, Fiebert I, Roach K, Moore J. Postural compensations and subjective complaints due to backpack loads and wear time in schoolchildren. Pediatr Phys Ther. 2013 Spring;25(1):15-24[5] Abe Y, Aoyagi K, Tsurumoto T, Chen CY, Kanagae M, Mizukami S, Ye Z, Kusano Y. Association of spinal inclination with physical performance measures among community-dwelling Japanese women aged 40 years and older. Geriatr Gerontol Int. 2012 Dec 26[6] Quek J, Pua YH, Clark RA, Bryant AL. Effects of thoracic kyphosis and forward head posture on cervical range of motion in older adults. Man Ther. 2013 Feb;18(1):65-71[7] Ikeda DM, McGill SM. Can altering motions, postures, and loads provide immediate low back pain relief: a study of 4 cases investigating spine load, posture, and stability. Spine (Phila Pa 1976). 2012 Nov 1;37(23):E1469-75[8] Donelson R, Long A, Spratt K, Fung T. Influence of directional preference on two clinical dichotomies: acute versus chronic pain and axial low back pain versus sciatica. PM R. 2012 Sep;4(9):667-81[9] Dolphens M, Cagnie B, Coorevits P, Vanderstraeten G, Cardon G, D’hooge R, Danneels L. Sagittal standing posture and its association with spinal pain: a school-based epidemiological study of 1196 Flemish adolescents before age at peak height velocity. Spine (Phila Pa 1976). 2012 Sep 1;37(19):1657-66[10] Smith A, O’Sullivan P, Straker L. Classification of sagittal thoraco-lumbo-pelvic alignment of the adolescent spine in standing and its relationship to low back pain. Spine (Phila Pa 1976). 2008 Sep 1;33(19):2101-7[11] Briggs AM, Smith AJ, Straker LM, Bragge P. Thoracic spine pain in the general population: prevalence, incidence and associated factors in children, adolescents and adults. A systematic review. BMC Musculoskelet Disord. 2009 Jun 29;10:77